2020 Feb, 15 – Verona, Casa di Giulietta

The three winners of Award PREMIO CARA GIULIETTA 2020

Premio cara Giulietta alla casa di Giulietta

Le tre lettere vincitrici:

1- Sandy Bauche [Scarica PDF] – Copyright 2020 All rights reserved.
2- Fiorentina Funicello [Scarica PDF] – Copyright 2020 All rights reserved.
3- Francesca Cattaneo [Scarica PDF] – Copyright 2020 All rights reserved.

========================================================================================

1- La lettera vincitrice scritta da Sandy Bauche:

Cara Giulietta,

so che molti ti scrivono per chiederti consigli, cercando un aiuto per i loro problemi.

Nel mio caso è un po’ diverso. Il prossimo mese di luglio verrò a farti visita e approfitto di questa occasione per renderti partecipe di una storia, la mia storia.

Mi sembra di essere la protagonista di una fiaba dei tempi moderni. E allora, comincio a raccontarti questa storia favolosa, come l’avrebbero iniziata Grimm o Perrault, che ne dici?

C‘era una volta, in una cittadina della Francia centrale, una giovane studentessa in cerca di impiego mentre completa i suoi studi. Viene assunta qualche mese dopo e incontra molte persone che da semplici colleghi diventano amici. Ma in questo gruppo di persone un giovane uomo dallo sguardo potente attira la sua attenzione.

All’inizio, questa storia rimane semplicemente amichevole, poi passano i mesi e i due eroi della nostra fiaba cadono nel fascino l’uno dell’altra. Le storie d’amore in ufficio sono spesso considerate dei clichés, non trovi?

Da allora e da otto mesi vivo nel boccio di una relazione dove felicità e amore sono la ragione d’essere. Non avrei mai pensato di innamorarmi di qualcuno in questo modo. Lui mi fa ridere, mi fa delle sorprese e incanta la mia vita quotidiana. Arriva a rendere belle perfino le mie cattive giornate. E’ in questi momenti che ti dici che lui è l’uomo perfetto.

Ebbene hai ragione, lui incarna la perfezione e mi sento fortunata ogni giorno che passa, perché lui ha scelto me e non un’altra. Se tu lo vedessi Giulietta, penso che saresti totalmente d’accordo con me.

Amo il brivido che sento ogni volta che mi prende la mano, le farfalle nello stomaco quando mi bacia, e le stelle che illuminano i suoi occhi quando mi guarda. Amo i momenti in cui ci comportiamo come bambini, quando ci azzuffiamo per ridere oppure i momenti semplici della vita come quando la sera si addormenta su di me mentre sto guardando l’ennesimo film d’amore che rivela l’eterna romantica che sono. So che non è il suo genere di film preferito, e però lo fa, per me.

Mi piace anche quando mi fa dei complimenti. Non rivelargli che te l’ho detto perché non lo ammetterei mai davanti a lui, e nonostante questo diniego, trovo così bello sentirlo dalla sua bocca. Non sono mai stata fiduciosa, ma grazie a lui, attraverso i suoi occhi, mi sento bella. Lui mi rende bella. E in questo famoso sguardo io leggo una sincerità profonda.

Conosco tutte le sue abitudini e i suoi piccoli riti. Per esempio, quando ha voglia di ridere ma si trattiene, fa muovere le narici. E quando mente o tenta di nascondermi qualcosa per farmi una sorpresa, il suo sopracciglio sinistro si alza. E’ con questo genere di particolari che mi rendo conto che amare qualcuno non è semplicemente dirgli “ti amo” ma è anche fare attenzione a ciò che lui ama, al modo in cui si comporta, tante piccole futilità che si concretizzano in conoscenza e amore sincero per l’altro.

Come avrai capito Giulietta, sono perdutamente innamorata di quest’uomo che riempie la mia vita dal 24 marzo 2018. Mi scuso in anticipo per la lunghezza di questa lettera, ma non potevo riassumere in poche righe la nostra storia, avevo un mucchio di parole da scrivere al riguardo.

Come termina una fiaba? Essi vissero felici e contenti… pieni di felicità? Per i bambini meglio aspettare un poco, ci accontentiamo della felicità.

A presto Giulietta,

Sandy

—————————-

2- La lettera vincitrice scritta da Fiorentina Funicello:

Cara Giulietta,

scrivere questa lettera è forse una delle cose più difficili che io abbia fatto.

Non desidero chiedere l’amore, anche se vorrei averlo, ma in cuore mio concedere un perdono. Sono stata una fanciulla a suo modo felice, ma ribelle nel contesto sociale in cui viveva, incompresa dai miei genitori e a volte poco amata. Per questo a soli tredici anni mi sono innamorata, contro la mia stessa logica e ragione, contro la mia famiglia, ho costruito una relazione che ha portato a un matrimonio.

Anni felici e anni duri, di compromessi, ma anche di crescita, mia e dei miei due splendidi figli. Tuttavia quando si cresce si cambia e io ho avuto desideri e aspirazioni. Volevo un lavoro, volevo uscire dalle quattro mura di casa e non essere solo la moglie di…

Non mi sembrava così sbagliato e ho lottato per conseguire la laurea, poi per trovare lavoro.

Ricordo quegli anni con me in bici e i miei figli uno davanti e uno dietro mentre esploriamo la città, i musei, le biblioteche. Quante storie ho letto, quanti colloqui fatti e poi il lavoro è arrivato. Un crescendo in dieci anni fino a diventare preside, mentre il mio matrimonio rovinava senza un apparente perché. La famiglia era per me la cosa più importante, ma amavo ciò che facevo, mi gratificava, mi faceva sentire completa. Così, senza troppe sorprese, sono arrivati primi tradimenti. La scoperta è stata una pugnalata, è stato ricevere un colpo mortale da colui che era, per me, me. La metà differente di me. L’ho odiato, l’ho maledetto con tutte le mie forze e non sono riuscito a perdonarlo e a perdonarmi per tanto tempo. Pensavo che fosse anche colpa mia non essere riuscita a conservare la nostra famiglia unita e “tenermi” il marito.

Per anni non ho fatto altro che addolorarmi e sentirmi ferita, ma il tempo guarisce ogni cosa, risana anche le ferite più profonde e così eccomi qui oggi, a cinquant’un anni, sola con due meravigliosi figli ad affrontare le sfide della vita, a riscoprirmi curiosa del mondo, piena di voglia di vivere e chissà anche di innamorarmi, se incontrerò un uomo capace di giungere a me.

Ecco Giulietta, la mia lettera non è un appello d’amore, ma un invito a chi, come me, è stato ferito, a non mollare, a credere in se stessi e nella vita. A guardare con occhi di fanciullo la realtà e sorridere ogni giorno un po’ di più.

Con affetto,

Fiorentina

—————————-

3- La lettera vincitrice scritta da Francesca Cattaneo:

Cara Giulietta,

ti scrivo questa lettera per raccontarti una storia, la mia.

Amo le emozioni, quelle forti, che fanno vibrare le corde più profonde dell’anima.
Arrossisco per nulla, ho sempre il cuore in gola e forse il dono di percepire le emozioni altrui.
Sono anche molto fragile e purtroppo questo lato di me ha lasciato qualche cicatrice. Qualche anno fa al liceo ho deciso di smettere di mangiare. Ero bella, magra, entusiasta per la vita.
Avevo tutto eppure ad un certo punto ho perso il controllo e intrapreso strade buie e difficili.
Ho allontanato le persone che più mi stavano a cuore.

Poi, la voglia di riprendere in mano la mia vita.
L’iscrizione alla facoltà di medicina, qualche raggio di sole che piano piano tornava ad accarezzare la mia pelle.
Ho ripreso peso, giorno dopo giorno, fatica dopo fatica. Guarita, ma ancora, dentro, certi schemi.

Poi Alessandro. Un vento caldo, che scompiglia i capelli, abbraccia i pensieri e scaccia via le nuvole.
Che vale, che illumina, che fa dimenticare quanto è successo.
Un calore che riempie il vuoto.
Una storia d’amore che sconvolge, rompe gli schemi e le paure. Una polvere luccicante che si infila tra le crepe e nel mio cuore.
L’amore aggiusta, ripara, regala vita.
Amo Alessandro come nessun altro al mondo. Ha gli occhi blu come il mare, un mare grande dentro il quale voglio tuffarmi, a ridere, urlare, piangere, sognare, provare paura, felicità, armonia.

Sono al sesto anno della facoltà di medicina e sto facendo la tesi in pediatria oncologica. Voglio regalare sorrisi e forza a chi ha bisogno.
Io ho buttato via giorni di vita. Ora voglio combattere per chi vede la vita scappare. Non bisogna mai mollare, mai. La vita sa essere una buona madre. Dobbiamo solo fidarci di lei e vivere d’amore.

Grazie Giulietta, perché tu che sei l’amore mi hai salvato.

Con affetto e riconoscenza
Francesca